Lettura, scrittura, calcoli: se il bimbo ha problemi, c’è la soluzione

I disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) vanno diagnosticati e affrontati presto, per avere la miglior efficacia nel trattamento. 

È bene chiarire che i disturbi specifici dell’apprendimento non sono il risultato di intelligenza ridotta, mancanza di impegno o carenze nell’insegnamento, ma disturbi del neurosviluppo che richiedono un supporto adeguato e strategie di insegnamento personalizzate per consentire alle persone colpite di raggiungere il loro pieno potenziale accademico. È un’occasione per capire in modo chiaro di cosa si tratta, quali sono i segnali da riconoscere, porre le proprie domande.

Il Dottor Mauro Camuffo specialista in neuropsichiatria infantile, psicologia clinica e psicoterapeuta

È stato direttore sanitario di un istituto medico psicopedagogico a Roma, medico specialista ambulatoriale al Centro di riabilitazione della Usl di Campobasso, aiuto di neuropsichiatria infantile e responsabile dell’Ufsmia (Unità funzionali salute mentale infanzia e adolescenza, ndr) Colline dell’Albegna dell’Asl 9 Grosseto, coordinatore Area salute mentale dell’Asl 9 Grosseto, infine (dal 2004 al 2023) primario di neuropsichiatria infantile a Grosseto e responsabile dell’Ufsmia Grosseto-Amiata Grossetana-Colline Metallifere dell’Asl Toscana Sud Est.

I consigli giusti con il Dottor Mauro Camuffo

I disturbi specifici dell’apprendimento, sono una serie di difficoltà nell’apprendimento scolastico presentate tipicamente da bambini normalmente scolarizzati e di normale intelligenza, in assenza di altre patologie neurologiche, psicopatologiche o sensoriali.

  • Dislessia – Se le difficoltà interessano l’abilità di lettura si parla di dislessia: il bambino legge molto lentamente, con molti errori, spesso senza capire il testo che legge.
  • Disortografia e disgrafia – Se le difficoltà interessano le abilità di scrittura si parla di disortografia e disgrafia: il bambino scrive con troppi errori, a volte con una grafia illeggibile;
  • Discalculia – Se le difficoltà interessano le abilità aritmetiche si parla di discalculia: il bambino è incapace di comprendere i numeri e di operare con essi.

In genere questi disturbi sono associati tra loro, ma possono esprimersi in maniera diversa tra i diversi soggetti e le loro manifestazioni possono variare nel tempo. Interessano più spesso i maschi, con un rapporto di 2.5 a 1 rispetto alle femmine, ed interessano oggi circa il 4% della popolazione scolastica.

È bene che la diagnosi venga effettuata presto, alla fine della 2ª classe primaria per la dislessia e la disortografia, al termine della classe 3ª primaria per la discalculia.

«La mancata diagnosi e il mancato trattamento adeguato e precoce – spiega il dottor Mauro Camuffo -, nonostante i disturbi tendano all’attenuazione nel tempo, possono avere un pesante impatto a livello individuale, con il frequente abbassamento del livello curricolare e/o un prematuro abbandono scolastico, e a livello sociale, con la riduzione della realizzazione delle potenzialità sociali e lavorative dell’individuo».